Le valigie del cuore sono
Gravide di ricordi che egli
Può cullare nei passi muti
Della notte
Quando resta un istante vago
Svestito dalla vergogna e dal
Pudore, per sorridere e ritrovare
Se stessi
È il sogno ad occhi aperti
Di un diverso presente
È la speranza a pugni stretti
Di un diverso domani
È l’attesa di una restituzione
O di una metamorfosi
Dai cartoni assestati e dalle
Coperte lise, emerge l’uomo
Che egli – ancora oggi – è
Balla nella notte con l’immaginazione
Sbrigliata, lungo quei marciapiedi
Austeri a cui l’alba toglie piano
Piano l’identità
Restano timidi bagliori nei
Suoi occhi, piccoli spicchi
Lunari che non hanno rinunciato
Al germoglio della vita.
[leggi le altre poesie che hanno partecipato al concorso: La vita di un senza dimora.]
lunedì 27 settembre 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento