Sboccia dalle rotaie un fiore nero,
fragile stelo di un raggio passeggero
e viene a passi corti e smemorati
seguendo un canto di bimbo tutto suo,
parco alle parole, dai suoni piccoli e leggeri
è Iris di stazione, clocharde docile
e gentile che passa indecifrata
di visione in visione,
dimentica nel movimento
di vite organizzate all’espansione
e poi si ritrae, il suo deserto la reclama,
un angolo aguzzo di metropolitana,
come letto un semplice cartone
ma questa notte l’oscurità non pesa,
di un altro cielo sembra intrisa,
di ali ardenti scese chissà come
lunga una mano fende le distanze,
tesa nel palmo posa una carezza,
un piatto caldo e una coperta,
mirabile non sa la sua bellezza
Iris sorride calda d’assoluto,
alla remota lingua sembra ritornare,
una lama nel fiore è penetrata
perché ha creduto
in ciò che non si vede.
[leggi le altre poesie che hanno partecipato al concorso: La vita di un senza dimora.]
lunedì 27 settembre 2010
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Ahahahahahahaahahahaha
RispondiEliminaBellissima e toccante
RispondiEliminaColpisce l'immagine di un fiore nero persa nel suo deserto. La poesia è bellissima
RispondiEliminaBrava Donatella, complimenti, credere in ciò che non si vede dovrebbe ispirare molti!!!
RispondiEliminaciao e auguroni
E' una poesia toccante... complimenti Donatella.
RispondiEliminaPoesia raffinata e di spessore. Di sicuro piacerà a qulli che ne cascono. Auguri.
RispondiEliminavolevo dire a quelli che ne capiscono, perchè non è la solita posia di rime melense e noiose.
RispondiEliminaLe ali ardenti, bellissima metafora, dovrebbero premiarti, ma vincerà chi si farà votare dai blog e dagli amici.....Comunque non importa chi vince ma il messaggio che il poeta lascia inciso nei cuori di chi legge o ascolta.
RispondiEliminaciao donatella sei in gamba!!!!!
E' una poesia stupenda piena di immagini nuove e mai retoriche che ci avvicinano ad Iris e ci fanno venire voglia di cercarla di notte nelle stazioni. Continua a scrivere poesie così!
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